Come si fa?
Quando non stiamo bene, quando abbiamo un problema, non vediamo bene o almeno vediamo solo la crisi, il conflitto, la fatica e tutto ci appare confuso e complicato.
Vorremmo capire, così da poter intervenire con una facile soluzione razionale.
Eppure, a volte, pur conoscendo le cause di certi malesseri non riusciamo comunque a risolvere la situazione:
Lo so che non dovrei più chiamarlo,
…che non dovrei più giocare,
…che non dovrei più reagire così,
… che dovrei fregarmene
e via e via e via.
Continuiamo a dirci le stesse cose, ma non funzionano.
In certi momenti capire non basta, anzi non serve!
C’è da sentire e da vedere facendo attenzione a non tralasciare nulla.
Ci sono emozioni da sentire, pensieri che ci incastrano, ricordi che ci tengono prigionieri.
Come si fa?
Piano piano si impara a notare, ad allargare lo sguardo su di noi e su quello che ci capita, a rivalutare certi nostri aspetti e a lasciarne cadere altri, ad ascoltare bisogni e sensazioni.
Si cercano le immagini, i ricordi, le emozioni che rappresentano bene quello che viviamo con difficoltà.
E così è più facile vedere bene quel che ci manca, ciò che desideriamo, quello che ci fa sentire male o bene.
Qui si trova la nostra unicità, di questi aspetti dobbiamo avere cura, imparando a rispettare i nostri tempi e le nostre paure
Impariamo un atteggiamento diverso verso di noi: ci ascoltiamo, ci diamo fiducia, cerchiamo in noi le nostre risposte.
Prendiamo l’abitudine di aver cura di noi.
Da una psicoterapia si esce sapendo che ciò che siamo lo dobbiamo solo a noi stessi.
Un bravo psicologo ci aiuta a riconoscere tutti i nostri meriti.
Ci riconduce a noi stessi, alle nostre possibilità, responsabilità, capacità, ai nostri bisogni, alle nostre emozioni ai nostri desideri.